Uva
di colle, noce di valle.
Vicino
al fiume non comprar né vino né casa.
Chi
fa la vigna fa la tigna.
Casa
fatta e vigna posta nun se sa quello che costa.
Se
di febbraio corrono i viottoli, vino ed olio in tutti i ciottoli.
Se
per la candelora il tempo è bello, molto più vino avremo che
vinello.
Chi
pota in marzo e zappa in agosto non si aspetti né pane né mosto.
Quando
di marzo a notte tuona, la vendemmia sarà buona.
Marzo
secco e caldo fa il vignaiuol spavaldo.
Se la
vite fiorisce d’aprile, no sperà d’arrimpì (di riempire) lu
barile.
La
nebbia di marzo non fa male, ma quella d’aprile toglie
pane e vino.
Aprile
ogni goccia un barile.
Se
tuona d’aprile prepara un barile.
Se
per San Marco goccia lo spino, vi è abbastanza di pane e vino.
Acqua
di maggio, vino a novembre.
Sopra
ogni vino il greco è divino.
L’acqua
fa male, il vino fa cantare.
Mercante
d’oliu, mercante d’oru; mercante de vinu, mercante poverinu.
Il
popolo è come il somaro, porta il vino e beve l’acqua.
Lo
vino bono ’n cià bisugno de la frasca.
L’amico
è come il vino, se è buono col tempo migliora.
Il
buon vino e la buona mercanzia viaggiano male senza compagnia.
Quando
la barba fa bianchino lascia la donna e tieni al vino.
Lu
vinu è lu latte de li vecchi.
Se
amar è il destino un bicchiere di vino fa tutto scordar.
Tegame
o fiasco asciutto rotean l’umore al brutto. / Se vuoi fare buon
cammino acqua fresca e poco vino.
Il
vino è dolce raggio che dà forza e coraggio.
Un
litro di buon vino per certi è cura, contro la noia e contro la
paura.
Un
buon bicchiere ti rallegra il cuore quando ti senti di cattivo umore.
’N
te mette ’n cammino se la bocca ’n te puzza de vino.
Chi
beve vino poco sincero torna a casa d’umore nero.
Molte
pene puoi scordare con il brodo del filare.
Un
sorso di buon vino rallegrerà il cammino.
Chi
ha bella moglie e ottima cantina amici intorno avrà.
Dio
ti salvi da acqua e vento, da un cocchiere sonnolento, da una donna
che ama il vino e da un uomo femminino.
Senza
cenere e Bacco amor debole e fiacco.
’L
vino è come l’amore: scalda la testa e ’l core.
A
quei che mischia il nero con il bianco, / quando torna a casa stagli
accanto.
A
Carnevale a tutti piace bere un boccale.
’Na
bona sborniatura tutt’al più tre giorni dura.
Evita
ogni litigio discussione quando dal vino prendono occasione.
L’acqua
rovina il ponte e il vino grava la fonte.
Il
vino santo è buono e bello ma fa presto girare il cervello.
Una
bevanda onesta non va sempre alla testa.
I
liquori spiritosi fanno scherzi assai penosi.
Il
vino buono e schietto non tiene svegli a letto.
Da
savio le pensi e da ubriaco le dici.
Non
è mai troppo saggio il parere, preso al fondo di più di un
bicchiere.
L’uomo
si riconosce in tre mùaniere: in collera, alla borsa ed al bicchiere.
Quando
il vino rende lieti, se ne fuggono i segreti.
Con
troppo vino e sdegno non cogli più nel segno.
Vino
e sdegno fan palese ogni disegno.
Discorso
d’ubriaco non si sente, e seppur s’ode non rimane a mente.
Visto
più volte il fondo d’un bicchiere, / anche chi non sa nulla dà un
parere.
Ome
(uomo) de vinu non vale un quatrinu.
A
trincar senza misura, molto tempo non dura.
Molto
vino e poco freno, son dell’uomo un gran veleno.
L’abuso
di caffè, liquori e vino anche un sapiente renderà cretino.
Gioco,
donne, fumo e vino portano l’uomo al lumicino.
Gioco,
donne e cantina la gioventù rovina.
Chi
di sovente per il vin barcolla, di mali e disonori si satolla.
Il
vinello a buon mercato prima o poi ti fa malato.
L’urdimu
(ultimo) goccitto è quillu che fa male.
Quando
tutti vedono brillo, non volerti mostrar troppo arzillo.
Come
dal troppo vin vien l’ubriachezza, / dall’eccesso di gioia vien la
tristezza.
Mejo
puzza de vino che dd’olio santo.
Ciò
che il sobrio tiene in cuore è stilla bocca del bevitore.
Va
bene il freddo col caldo temperato, ma il vino con acqua è un gran
peccato.
È il
demonio meridiano: donne, vino e carte in mano.
Se
vuoi che vengan bene i tuoi lavori, acqua ai mattoni e vino ai
muratori.
Pane
vino e biada accorciano la strada.
Mangia
poco, bevi meno, e a lussuria poni il freno.
Diradando
le bevute si prolunga la salute.
Mangia
da sano e bevi da malato.
Dopo
il dì di Sant’Urbano, più non gelano tralci e grano. / Se piove
per Santa Petronilla, poco mosto dall’uva zampilla.
Se
piove per San Barnabà l’uva bianca se ne va, / se piove mattina e
sera se ne va la bianca e la nera.
Se
piove per San Vito il vino se n’è ito.
Luglio
caldo e bagnato acino stento e incenerato.
Luglio
asciutto, vino e prosciutto.
N’acqua
tra luii e agosto è la fonte dl’òii e del mosto (la pioggia tra
luglio e agosto è la fonte dell’olio e del mosto).
Acqua
d’agosto, olio, lardo e mosto.
Quando
piove d’agosto, piove miele e mosto.
La
notte di San Giovanni entra il mosto nel chicco.
Assai
mosto serba agosto.
La
luna co’ la stella, Sant’Angelo che veliegna (vendemmia).
Dice
la capra: non venga il mese d’agosto: / con la carne ci fanno
l’arrosto, / con l’otre ci trasportano il mosto.
Se la
vigna dà buon vino, lieto inverno al contadino.
Anno
bisestile empie sacco e barile.
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